Volendo saperne di più di quanto la storia certa ci ha tramandato circa la vita di Obi-Wan Kenobi, ho intrapreso una lunga ricerca che fra leggenda e realtà mi ha portato a questo…

IL CAMBIAMENTO

di Elena Visentini

(spiller@spiller.it)

Elli Chen incontrò Obi Wan Kenobi alla presentazione dei delegati della Repubblica, in visita a Naboo in occasione dei festeggiamenti della liberazione dall’assedio delle truppe armate della Federazione dei Mercanti.

Come tutti i membri del consiglio del Governo di Naboo, ella doveva presenziare ed intrattenere gli ospiti. Nonostante fosse sempre cortese nei modi e misurata nelle parole, la regina Amidala le rimproverava sempre di essere troppo fredda e formale.

“Elli, sii più disponibile con i nostri ospiti. Quella tua aria sempre distaccata non mette certo a proprio agio chi ti si avvicina” “Non sono qui per intrattenere gli ospiti con frivolezze o civetterie: sono un membro del governo. Il tuo primo ministro, ti rammento, e come tale continuerò a comportarmi.” “Elli - disse Amidala sospirando – coloro che stiamo per ricevere non sono due semplici delegati della Repubblica: essi sono due Cavalieri Jedi, molto cari al mio cuore, aggiungerei, coloro che ci hanno permesso di essere nuovamente un popolo libero e sovrano.” “Vorresti dirmi che Obi Wan Kenobi e Anakin Skywalker stanno venendo qui?” Per la prima volta un lieve tremito comparse nella voce melodiosa di Elli Chen, rendendola quasi rauca. Sapeva di non potersi trovare faccia a faccia con loro. Obi Wan e il suo giovane padawan avrebbero certamente percepito ciò che ella nascondeva.

“Avverto uno strano tremito nella Forza, - disse Anakin al suo maestro: “L’ho avvertito, ma non è così strano come credi, mio giovane amico: è qualche cosa di più. Paura e rabbia. La presenza del lato oscuro. Non tarderà a manifestarsi. Pur tuttavia…” ma non terminò la frase.

Le porte dell’hangar principale si erano aperte ed il corteo della regina Amidala stava avanzando verso di loro.

Approfittando della leggera confusione che sopravvenne, Elli Chen si allontanò. “Lord Sidious, maestro” “Cosa succede” “Obi Wan ed il suo padawan sono qui. Non posso affrontarli. Hanno percepito la mia presenza.” “Lo so. Ma non puoi sottrarti a loro. Se hanno percepito la tua presenza non si daranno pace finché non ti avranno trovato. Gioca a carte scoperte, mia diletta, usa tutte le tue armi. Sono pur sempre uomini, non dimenticarlo” Con un ghigno diabolico Lord Sidious si dissolse lasciando Elli a combattere la sua battaglia. – Accidenti a lui – pensò Elli tra sé – quella è proprio l’unica arma alla quale non farò ricorso –

“Elli Chen, ma dove è finita – disse Amidala – Perdonatela amici miei, ma il mio primo ministro a volte sorprende anche me. Più credo di conoscerla…” ma non finì la frase che Elli Chen si presentò a lei. “Perdonatemi Maestà, la mia scortesia nei confronti dei Vostri ospiti è pari solo alla loro importanza, ma ho ricevuto un messaggio del Cancelliere Supremo Palpatine. Anch’egli sarà presente ai festeggiamenti” “Ne sono lusingata, ma sono profondamente delusa dal vostro comportamento. Saluterete i nostri ospiti questa sera al banchetto che daremo in loro onore” Con profondo inchino Elli si allontanò.

Obi Wan ed Anakin si scambiarono un’occhiata d’intesa. Dunque il lato oscuro non solo li aveva trovati, ma era anche pronto a sedurli, se necessario.

“Maestà – disse Obi Wan – da quanto tempo è con Voi il primo ministro Chen?” “Non molto direi. Dopo la liberazione del pianeta e l’elezione del senatore Palpatine a Cancelliere Supremo, il mio primo ministro fu inviato a Coruscant per testimoniare al processo della Repubblica contro la Federazione del commercio e per rinegoziare i trattati commerciali. Al suo rientro dalla capitale, la nave è stata abbordata da alcuni pirati Delaniani ed il primo ministro rimase ucciso. Fu in quella occasione che il Cancelliere Palpatine ci presentò Elli Chen. Aveva servito nella federazione di Takaide prima che i ribelli delle miniere di ionite si impadronissero del pianeta. Non fu nominata subito primo ministro, ma dopo l’ottimo lavoro svolto alla commissione senatoriale sul protocollo di sicurezza delle comunicazioni ed il grande rispetto e considerazione che il Cancelliere Supremo nutre per lei, le ho conferito il mandato di Primo Ministro Consigliere” “Capisco – fece pensieroso Obi Wan – Temo che ci troviamo in grave pericolo Maestà. Credo sia meglio avvertire il Cancelliere Supremo di rimandare la sua visita.” “Non capisco Maestro Kenobi. Non vi sono motivi per i quali il Cancelliere non debba intervenire ai festeggiamenti.” “La prego Maestà, si fidi di me ancora una volta”

Obi Wan non riusciva a dormire. I suoi sensi erano tormentati. C’era qualche cosa che gli stava sfuggendo. Ma cosa? Aveva capito che Elli Chen era pervasa dal lato oscuro ma nonostante tutto qualche cosa gli diceva che non sarebbe mai stato in grado di abbatterla. Era come se una parte di lui volesse tentare l’impossibile. Si impose di non pensarci e facendo appello alla Forza, cercò Elli Chen.

Elli era nei suoi appartamenti e si apprestava a prepararsi allo scontro. Inaspettatamente sentì la presenza di Obi Wan vicino a lei. Spalancò la porta della camera. “Perché vuoi uccidermi? Chi ti manda?” Elli lo guardò. Perché quell’uomo la metteva a disagio? “Non voglio battermi con te – disse Obi Wan interpretando il leggero disagio della donna – Non sono qui per questo. Voglio solo delle risposte” “Dovrai uccidermi perché da me non saprai nulla” Elli Chen attivò la sua spada laser e cercò subito l’affondo verso Obi Wan. Con un balzo lui la superò e attivando la sua spada parò il colpo e si pose in posizione di difesa. “Non voglio battermi con te” ribadì Obi Wan, ma Elli non volle sentirlo e partì con un altro fendente. Obi Wan parò nuovamente il colpo e con un abile scarto fece piegare Elli. Lei, con mossa repentina, si piegò su sé stessa e chiamando a sé la Forza fece atterrare Obi Wan il quale con abilissimo controllo atterrò su un lato trascinando con sé Elli. Per una frazione di secondo i loro corpi si trovarono abbracciati e senza spiegarsi il perché, Obi Wan spense la sua spada laser. “Non ti combatterò e tu non mi ucciderai” disse Obi Wan. Elli lo guardò sorridendo, ma il suo sorriso aveva un che di sinistro. “Fai male ad abbassare la guardia, Maestro Jedi, ma se questo è il destino che ti sei riservato, avrai ciò che cerchi” Elli Chen riattivò la spada e fece per avventarsi su Obi Wan come i grandi predatori sulle loro vittime, ma qualche cosa la trattenne dallo sferrare il colpo mortale.

Obi Wan era immobile, avvolto dalla Forza. Tutto intorno a lui era luce e vita. Emanava una Forza ed una potenza a lei sconosciute. Mestamente Elli spense la spada e si accasciò al suolo. Aveva fallito. Tutti gli anni di addestramento, tutta la rabbia, tutta la sua sete di potere si spensero di fronte ad Obi Wan. Lui si avvicinò e le si chinò a fianco. Non disse nulla, solo le posò una mano sulla mano. Quel contatto provocò dolore ad Elli. Come aveva potuto credere in Lord Sidious? Come aveva potuto credere di portare a termine un crimine tanto grave?

La Forza la pervase, la luce squarciò le tenebre e poté guardare Obi Wan direttamente negli occhi. Si fissarono a lungo. Obi Wan prese entrambe le mani di Elli e le sfiorò con un lievissimo bacio. “Benvenuta fra noi” le disse sorridendo Obi Wan. “Perdonami Maestro, non ero io che ti combattevo” “Lo so. Ora è tutto finito, Avremo modo di parlarne. Adesso e meglio riposare. E’ stata una giornata lunga per tutti”. Obi Wan tornò nella sua camera. Anakin nella camera accanto stava già dormendo anche se era sempre rimasto in contatto con il suo maestro ed Obi Wan con un sorriso pronunciò un silenzioso “grazie amico mio”.

In un angolo remoto della galassia Lord Sidious fece una smorfia soddisfatta “Tutto come previsto”.

Elli si distese per riposare ma non riusciva a dimenticare Obi Wan. Chiuse gli occhi ma si ridestò immediatamente come in preda al terrore. “Non è possibile!” esclamò. La paura e la rabbia l’attanagliarono e disperatamente cercò rifugio in Obi Wan. Delicatamente sentì il tocco mentale di lui e vi si aggrappò. Obi Wan avvertì tutto il dolore e la disperazione di Elli e chiamando a sé la Forza, la guidò.

Obi Wan attendeva Elli nella penombra del patio che si apriva sui giardini del palazzo. Lei stava sopraggiungendo. La luce d’argento delle due lune l’avvolgeva facendola apparire come una creatura di luce. “Com’è bella” si ritrovò a pensare. Appena Elli le fu vicina, le guance ancora rigate dal pianto,disse “Obi Wan aiutami” “SSST” disse lui posandogli l’indice sulle labbra e l’attirò verso sé. Elli si abbandonò fra le sue braccia. Teneramente Obi Wan le accarezzò il viso e unì la sua bocca a quella di lei.

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Elli era in piedi vicino alla finestra. Osservava per la prima volta quel particolare momento del giorno quando le tenebre ancora avvolgono silenziose lo spazio ma la potenza della luce irrompe dentro di loro e nulla può impedirlo. Sentì il respiro regolare di Obi Wan lì accanto. Si voltò a fissarlo. “E’ questo l’amore” pensò tra sé. Come sempre Obi Wan era dentro di lei e cingendole le spalle rispose alla sua muta domanda “Quello più dolce, questo è l’amore tra due persone ma tutto ciò che ci circonda ne è saturo. Dobbiamo solo essere pronti ad accettarlo e portarlo dentro di noi. L’amore per la vita, la giustizia, la pietà sono i nostri migliori consiglieri. Senza di essi nemmeno l’amore verso una persona può essere completo.” Elli si abbandonò nuovamente a lui e finalmente si sentì libera.

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“Devo parlare con il consiglio dei Jedi” disse sommessamente Elli ad Obi Wan. Fu come se una lama rovente gli avesse trafitto il cuore. Obi Wan sapeva che non sarebbe riuscito a sottrarre Elli Chen al suo destino ma non voleva darsi pace. “Ci deve essere un altro modo” “Sai che non c’è. Devo fermarlo. Devo provare” “Non ti permetterò di affrontarlo da sola” “No Obi Wan, qualunque sia il mio destino, non sarò mai completamente libera finché non l’avrò affrontato” “Potrebbe ucciderti” “Potrei farlo io” Obi Wan sentiva la Forza scorrere in lei e la sua determinazione non ammetteva repliche.

Elli Chen venne accolta dal Consiglio dei Jedi e salutata con onore.

“Nuovo vigore hai portato tu” disse Yoda “ma d’accordo io non sono su quello che ti appresti a fare. Potente e insidioso il lato oscuro è. Se Signore dei Sith egli è, noi tutti affrontarlo dovremmo” “Venerabile Maestro Yoda, il suo scopo non è quello di sconfiggermi. Lui sa aspettare. Sono sicura che il suo piano sia più temibile di quanto noi possiamo immaginare” “Se è come credi, ragione di più per non affrontarlo sola” disse Mace Windu. Obi Wan e Anakin ascoltavano in silenzio. “Bisogna fermarlo ora, o tutti noi saremo in grave pericolo” disse Elli. “Fermarlo bisogna, prima che sia tardi, ma un grave pericolo io sento in questo. Inaspettate conseguenze potrebbe portare” “No se io lo fermerò” “Non ti permetterò di affrontarlo” “Obi Wan, l’amore che porti nel cuore, onore ti fa, ma ragione ella ha” disse Yoda “fermarlo bisogna” “Maestro Yoda – disse quasi supplicante Obi Wan – potrebbe non riuscirci” “Nessuna fiducia tu hai Obi Wan o paura di perderla essa è?” “Maestro Yoda – disse Elli – proprio perché anch’io amo Obi Wan devo affrontarlo da sola. Non gli permetterò di dividerci” “Allora affrontarlo tu devi”.

“Non glielo permetterai vero?” esordì Anakin rivolgendosi al suo maestro “Non posso sottrarmi alle decisioni del Consiglio” disse Obi Wan “Ma tu l’ami, devi proteggerla” “Io farò ciò che devo” disse Obi Wan ricordando ciò che il suo maestro Qui Gon Jin spesso gli ripeteva.

Anakin si chiuse in un silenzio ostile. Perché il suo maestro non lottava per colei che diceva di amare? Se Padme si fosse trovata in gravi difficoltà lui non avrebbe esitato un momento ad accorrere in suo aiuto, pur a scapito della sua vita. “Mio giovane padawan, devi imparare che il modo migliore per onorare coloro che amiamo è lasciare che compiano le loro scelte, anche se non sempre sono per noi comprensibili o accettabili” Ma Anakin non lo ascoltava più, chiuso nella sua rabbia per la scelta del suo maestro.

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Durante la seduta ordinaria del Senato Galattico, l’intervento del Senatore Krosty fu interrotto dal Cancelliere Palpatine. “Mi duole interromperla Senatore ma un grave fatto sta minando la galassia. Mi hanno appena informato che le miniere di ionite di Takaide sono state minate e gli operai presi in ostaggio. Come tutti voi sapete le miniere di Takaide sono la fonte più ricca della galassia del prezioso minerale e tutte quelle sparse sugli altri sistemi non bastano per produrre nemmeno un decimo del fabbisogno galattico. Dobbiamo sospendere ogni altra attività e concentrare i nostri sforzi per debellare questa minaccia. Da oggi ogni sistema sarà posto sotto la legge marziale e tutti gli spostamenti interplanetari dovranno essere autorizzati dal consiglio militare e portare il mio sigillo.” Un grande brusio si sollevò tra i delegati che si trasformò ben presto in caos. Le miniere di ionite di Takaide erano sempre state al centro delle grandi dispute tra le federazioni dei mercanti per assicurarsi l’esclusiva dei rifornimenti finché una legge della Repubblica non aveva posto fine alle dispute ripartendo in modo del tutto imparziale i quantitativi di ionite trasportabile da ogni federazione. Tutto si era sempre svolto in modo regolare sotto l’attenta vigilanza dei Guardiani: almeno fino ad allora.

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Nella quiete del tempio Obi Wan trovava sempre grande serenità. Era in meditazione quando Elli lo raggiunse. “Mi dispiace disturbati Obi Wan, ma il consiglio dei Jedi ha convocato tutti i maestri. Devi venire subito. Una gravissima turbolenza minaccia l’intera galassia”. Raggiunsero subito la sala del grande Consiglio dei Jedi inaspettatamente gremita da molti delegati del Senato della Repubblica che invocavano l’intervento dei Cavalieri per risolvere subito la crisi di Takaide. “Non possiamo sottostare alla legge marziale. Il Cancelliere Supremo non ha questo potere” “Dovete subito liberare le miniere” “Non sappiamo nemmeno cosa sia realmente accaduto a Takaide. Dovete sincerarvene e riferire immediatamente al Senato” Obi Wan era costernato. Mai era accaduto che il tempio venisse preso d’assalto da profani. Se era richiesto il loro intervento, venivano chiamati dal Cancelliere Supremo che esprimeva loro le sue richieste le quali erano quasi sempre prevenute dalle grandi capacità dei Cavalieri di comprendere ancor prima che gli venisse richiesto, come e dove fosse necessario il loro intervento. Qualche cosa di molto oscuro si era impadronito della galassia.

Mace Windu prese la parola e nell’auditorio, se pur affollato, calò il silenzio. “Manderemo immediatamente tre Cavalieri a rendersi conto di ciò che sta accadendo su Takaide” “Solo tre?” esclamò il delegato di Knonig, un mondo altamente tecnologico da cui provenivano i migliori scienziati della galassia, ma estremamente povero di risorse naturali tanto da dipendere totalmente dai continui rifornimenti di ogni genere: da quelli alimentari fino alle materie prime che servivano al sostentamento del pianeta stesso. “Saremo morti prima che i vostri ambasciatori si rendano conto di cosa stia accadendo e che il Senato decida la linea da intraprendere. Io propongo di attaccare in forze e riprenderci il pianeta. Almeno la condizione di legge marziale verrà abolita” “Sottoporre i sistemi alla legge marziale, benché troppo rigida, è una precauzione ma possiamo assicurare a tutti voi che la questione verrà risolta in poco tempo. Ora devo pregarvi di abbandonare il tempio” “Andiamocene, ora se ne occuperanno loro” disse un Senatore e lentamente la sala si svuotò.

“Tempo non c’è: Partire subito dovete. Dei Guardiani notizie più non abbiamo e grave questo è. Solo potenti Sith potrebbero essersi insediati là. Obi Wan, tu ed il tuo padawan partire subito dovete. La nave ad aspettarvi pronta è già.” Il maestro Yoda pronunciate queste parole si alzò e si avvicinò ad Elli Chen. “Con loro andare tu devi. Là troverai ciò che cerchi”.

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“Mi è stato insegnato che in questo gioco ogni cosa è contro di te. Loro sanno che stiamo arrivando e ci renderanno impossibile sorprenderli” disse Elli ad Anakin e Obi Wan “Se ci hanno già individuato usciranno allo scoperto e dovranno battersi con noi” disse Anakin “E’ meglio combattere il nemico visibile che quello che si tiene nell’ombra” - Ma quello nell’ombra è il più pericoloso - pensò Obi Wan adombrandosi. “Cerchiamo di mantenere un po’ di ottimismo e soprattutto non lasciamoci prendere dalla paura o loro avranno già vinto” disse Obi Wan e allontanandosi dalla plancia dell’astronave che li stava conducendo a Takaide, prese gentilmente il braccio di Elli per allontanarla con sé.

“E’ giunto il momento delle risposte Elli. Tu sai chi ha ordito tutto ciò?” “E’ potente e malvagio Obi Wan. Nessuno al suo cospetto è in grado di resistere alla potenza del lato oscuro. Lord Sidious è l’incarnazione di tutte le nostre più profonde paure. Per questo non voglio che lo affrontiate. Non sono i suoi guerrieri coloro che si sono impossessati del pianeta, è lui che controlla coloro che vi risiedono. I Guardiani non sono più coloro che vigilano sulle attività delle miniere e sul flusso dei carichi. Ora sono loro che tengono in scacco la galassia.” “Come fai ad esserne certa. Tu non sei più una di loro” “Io no, ma mio padre sì” Obi Wan dovette sedersi. Aveva percepito che Elli Chen era più di una semplice allieva del lato oscuro quando l’aveva incontrata la prima volta, ma quella rivelazione lo trovò impreparato. Sondò la Forza: Elli non aveva più traccia di paura e rabbia dentro di sé. Era lì, in piedi, bellissima ed osservava Obi Wan. “Non te lo avrei mai detto se non fosse stato necessario. Ora capisci perché solo io posso affrontarlo. Non mi farà del male” “Non puoi esserne sicura. Farà di tutto per riaverti – ed io ti perderò – pensò Obi Wan senza finire la frase. “No, non mi perderai” Obi Wan la guardò. C’era vero amore in lei e non resistette alla tentazione di baciarla.

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L’astronave atterrò senza problemi. Lo spazioporto era deserto. Nessuna nave, nessun movimento, nulla della solita frenetica attività alla quale era normalmente sottoposto. “Ci hanno lasciati entrare. Perché?” chiese Anakin rivolgendosi al suo maestro. Obi Wan era insolitamente silenzioso e pareva molto lontano da lì. Si volse a guardare Elli: stava piangendo.

Improvvisamente Obi Wan comprese e brandendo la sua spada si lanciò contro di lei. Elli parò il colpo e spostandosi rapidamente si pose di fronte ai due Cavalieri.

“Bene – disse una voce profonda e sgradevole – bene, mia diletta. Sapevo che non avresti fallito” Come dal nulla apparve una figura avvolta in un grande mantello nero come la notte senza stelle. Tutta la potenza del lato oscuro era presente in quel luogo, in quel momento.

Obi Wan Kenobi fissò con sguardo gelido Elli Chen. “Dunque era questo che volevi fin dall’inizio” Elli non rispose. Rimase immobile e continuava a fissare i due Jedi in attesa della loro prima mossa.

Anakin con un rapido fendente si lanciò verso Elli. Lei si spostò di scatto verso destra e parando il colpo diede un calcio ad Anakin e mentre lui perdeva l’equilibrio, lei lo colpì alla mano facendogli perdere la sua spada. Obi Wan a sua volta vicino ad Elli la colpì al fianco. Pur ferita si rialzò e parando il colpo mortale di Obi Wan fece un agilissimo salto mortale e atterrò dietro Obi Wan. Tutto era stato così rapido che Obi Wan non si avvide del colpo alla spalla che Elli in volo gli infierì.

Ferito più nell’animo che nel corpo Obi Wan scelse di rimandare il duello. Lui ed Anakin si nascosero all’interno di uno degli hangar dello spazioporto e si prestarono le prime cure.

Elli, ansimante e ferita si pose di fronte a suo padre. “Bene, ora hanno paura. Tutto sta andando come ho progettato. Sei stata brava. Per un momento ho creduto veramente ti fossi alleata con loro. Ora và e termina il tuo compito.” Elli con un inchino si allontanò.

Obi Wan avvertì la presenza di Elli ancor prima che fosse in vista. “Obi Wan ti prego ascoltami” “Non chiedere pietà. Nessuna pietà per un traditore” “Obi Wan ti prego” Obi Wan si parò di fronte ad Elli all’improvviso, tanto da farla indietreggiare. “Sei venuta a portare a termine il tuo compito” chiese lui spietatamente. “Ti prego, era l’unico modo per salvarvi. Non vi avrebbe lasciato andare se non credesse di avermi ancora al suo fianco” “Non credo più alle tue parole. Sono quelle di un traditore” “Ti prego Obi Wan. Cerca dentro di te. Sai che non sto mentendo” Obi Wan continuava a fissare Elli. Come aveva potuto crederle? Come aveva potuto innamorarsi di lei? Quella era l’occasione giusta per porre fine al lato oscuro. Cominciando da lei. Impugnò la spada e nel momento di sferrare il colpo mortale su di lei la Forza si impadronì nuovamente di lui.

Stava per compiere l’unico terribile atto che lo avrebbe portato irrimediabilmente al lato oscuro. Abbassò la guardia, continuando a sondare la Forza. Il lato oscuro era ovunque. – Anche di fronte a me? – si chiese.

Elli, che fino a quel momento era rimasta immobile e passiva di fronte a lui, svenne.

Quando riprese i sensi la ferita non sanguinava più. Obi Wan era chino su di lei e le accarezzava dolcemente i capelli. “Stavo per ucciderti. Dovevi dirmi cosa avevi in mente” “Non avevo scelta. Lui doveva credere che fossi ancora al suo fianco” “Ma adesso capirà che ci hai protetto” “Dovevo prendere tempo e soprattutto togliervi dal suo cospetto. Per fare questo l’unico modo era battersi. Ho rischiato di ucciderti.” “Ci sei andata molto più vicina di quanto credi” disse Obi Wan ripensando al terribile momento in cui stava per cedere al lato oscuro.

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“Se n’è andato” disse Elli ad Obi Wan. Lui sondò la Forza. Quella penetrante ed oppressiva presenza del lato oscuro era scomparsa. “Adesso lui sa. Non ci sarà più possibile nasconderci. Nulla deve interferire con i suoi piani ed io che l’ho fatto sto mettendo in pericolo tutti voi. Ti prego Obi Wan, dammi ascolto. Andate a liberare i Guardiani e riportate equilibrio sul pianeta. Io devo affrontare da sola il mio destino.” “Continui a volerci proteggere, ma adesso siamo insieme e non ti lascerò fare ancora di testa tua. Stai dimenticando la nostra missione qui. Più tempo impieghiamo a liberare il pianeta, più potere il lato oscuro acquisirà. Sintonizzati sul mio comlink. Io e Anakin cercheremo di scoprire cosa è successo alle miniere mentre tu libererai i Guardiani.” Obi Wan aveva assunto nuovamente il controllo e da grande Jedi quale egli era sapeva esattamente cosa li aspettava.

Per Obi Wan non era la prima volta che affrontava una crisi su di un pianeta minerario. Ricordava, quando ancora non era il padawan di Qui Gon Jinn, di essersi trovato con lui in grave pericolo.

Mentre insieme al suo padawan Anakin si affrettavano verso l’ingresso della miniera principale, lo osservava: aveva poco più di 15 anni, ma la Forza e l’addestramento di Anakin erano ben al di sopra delle sue capacità di allora, quando insieme al suo Maestro affrontarono Xanatos. Obi Wan si tranquillizzò. Molto tempo era passato e a differenza di allora Anakin, non solo era già il suo padawan, ma il forte legame che c’era fra loro li aveva già aiutati in numerose circostanze… sempre che Anakin non si facesse prendere dall’impazienza.

Quanti sforzi profondeva Obi Wan per insegnargli la pazienza! E non sempre Anakin lo ascoltava.

Giunsero all’imbocco della miniera principale. Stranamente tutti gli ascensori erano bloccati tranne quello del settore principale nella galleria numero sette. La numero 7 era quella più interna e si snodava per diverse centinaia di chilometri verso il centro del pianeta. Sapeva, Obi Wan, che il pianeta era ricco di vulcani sotterranei che producevano molto spesso terremoti ma erano anche quelli che alimentavano in continuazione le vene di ionite.

“Fermati” disse Obi Wan “Non mi piace affatto questa situazione. Verifichiamo prima se c’è qualche galleria di servizio che ci porti laggiù” Si recarono quindi alla sala di controllo. Come tutto il resto del pianeta era deserta. “Come hanno potuto inghiottire migliaia di persone?” chiese Anakin al suo Maestro. “Colleghiamoci con il computer principale. Forse troveremo le risposte che ci servono per affrontare tutto ciò” Mentre diceva questo ad Anakin, Obi Wan sentì un tremito nella Forza, accompagnato da un cupo rombo sotto di loro. “Fermati! Non mi piace affatto. E’ possibile che la ricerca attraverso il computer ci porti a sapere subito cosa sia successo, ma è probabile che in questo modo diamo origine  ad una reazione a catena. Osserva, gli strumenti sono tutti inerti e questo non è comprensibile. Dovremo cercare da soli la strada” “Ma questo ci porterà via molto tempo e potremmo non riuscire mai a trovare i detonatori” “Sono convinto sia stato fatto un lavoro molto accurato. Probabilmente le bombe sono collegate in punti nevralgici del pianeta, ad esempio in prossimità delle bocche dei vulcani. Essendo tutti collegati tra loro, basterebbe un unico impulso a provocare la reazione.” “Ma da dove cominciamo?” “Dall’unica strada lasciata aperta: la galleria numero 7.” “Bene, scendiamo” disse Anakin. “NO” “Noo, ma che intenzioni hai. Là sotto non avranno più ossigeno tra un po’. Vuoi farli morire tutti?” “Calmati Anakin. Non è certo mia intenzione fare una cosa simile, solo che probabilmente ci hanno lasciato una strada aperta perché fosse l’unica che potessimo imboccare. Quindi sarà proprio quella che noi non prenderemo.”

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Elli aveva raggiunto il palazzo dei Guardiani. Tutte le porte erano serrate. Aiutandosi con la spada laser, Elli aprì un varco fra le grandi paratie che una dopo l’altra le si paravano di fronte per rallentare la sua corsa. Era ormai giunta in prossimità della grande sala di controllo dei Guardiani. Sentiva che essi erano lì e cercò di mettersi in contatto con loro ma come tutto sul pianeta, i Guardiani erano immobili e muti. “Ha creato un vortice spaziotemporale. Sono tutti convinti di espletare le loro normali attività” “Credevi di riuscire a risolvere tutto facilmente, non è vero piccola Elli?” Quella terribile voce era dietro di lei. “Kilio, dovevo saperlo che non potevi mancare all’appuntamento. Quanto hai pagato a mio padre per potermi avere?” “Povera sciocca! Questa volta è stato lui a pagarmi ed io sono stato ben felice di accettare” Kilio era una vecchia conoscenza di Elli. Nonostante i suoi modi fossero eleganti, era un nemico implacabile e spietato. Il suo viso, deturpato dalle mille cicatrici dei cruenti combattimenti fra Sith, facevano di lui uno spettro. “Un tempo avrei dato la vita per entrare nelle tue grazie, piccola Elli. Ora devo solo eliminarti e la cosa mi rende euforico” “Non conosci l’euforia piccolo sgorbio. Hai conosciuto sempre e solo la morte e questa volta sarai parte di essa” disse di rimando Elli mettendosi di fronte a lui. Con un urlo terrificante, Kilio si avventò su di lei brandendo la spada.

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“C’è una galleria di servizio scavata dalle trivellosonde, è poco più di due metri, ma dovremo entrarci uno per volta” disse Obi Wan mentre sondava le pareti vicino all’ascensore della galleria numero 7. “Una volta usciti, ci caleremo per la parete. Non toccare nulla e soprattutto non mettere in moto l’ascensore” Anakin si avviò lungo la galleria. Giunto all’uscita, una folata di gas venefico lo investì. “E’ impossibile respirare Maestro. Ho paura che là sotto troveremo solo morti.” “Metti il respiratore, io sto arrivando” Una volta uscito anche Obi Wan si mise il respiratore e maestro e padawan cominciarono lo loro discesa attraverso il pozzo dell’ascensore. Il calore si faceva via via sempre meno sopportabile. Verso metà strada dovettero fermarsi. Una violenta scossa sismica parve voler squarciare la terra. “Dobbiamo affrettarci, o non ci resterà più nulla da fare che seppellire i morti.” Disse Anakin mentre cercava un appiglio più stabile per il suo piede sinistro. La scossa aveva allentato la sicura della sua spada. Nel cercare di bloccarla alla propria cinta, Anakin mise un piede in fallo e precipitò di qualche metro. Obi Wan si affrettò a correre verso di lui, per quanto la scomoda posizione perpendicolare alla roccia gli consentiva. “La tua arma! Sta precipitando. Fermala Anakin.” Anakin, appellandosi alla Forza tese il braccio verso la spada che rallentò la sua corsa. Sembrò rimanere sospesa nel vuoto per un’eternità prima di invertire la sua corsa e trovarsi al sicuro nella sua mano. “Ne avrei costruita un’altra.” Fece mestamente Anakin. “Non solo non l’avresti costruita, ma di noi non sarebbe rimasto molto. Guarda!” fece Obi Wan indicando il fondo del pozzo. “I detonatori. Non si sono preoccupati molto di nasconderli. Sarebbe bastato che qualcuno avesse chiamato l’ascensore perché questo alla fine della sua corsa innescasse la detonazione.” Anakin guardò sotto di sé. Solo pochi metri e la sua spada avrebbe fatto ciò che fino a quel momento erano riusciti ad evitare ed un brivido lo percorse lungo la schiena.

“Presto, se vogliamo rimettere in funzione questo posto dobbiamo disinnescare la carica principale.” Con molta attenzione i due Jedi si posero sul fondo del pozzo. Anakin staccava i contatti elettromagnetici, mentre Obi Wan rendeva inerti le cariche deflagranti. Improvvisamente Obi Wan si arrestò. “Ti prego continua tu. Elli è in pericolo.” Senza dare ulteriori spiegazioni, Obi Wan rifece la strada verso l’uscita del pozzo.

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Kilio combatteva come un avvoltoio che con i suoi artigli si getta sulla preda ululando. Elli parava colpo su colpo ma non riusciva a portare a segno nessun fendente. “Combatti bene piccola Elli, ma non puoi battermi. Nessuno può farlo” Kilio affondò la spada verso il basso ventre di Elli, ma lei con un balzo felino saltò sulle casse stivate del magazzino e cercò di riprendere fiato. “Non sei mai riuscito a battermi, piccolo sgorbio, e non lo farai ora.” “Tuo padre non è più con te. Ora io ti ucciderò e prenderò il tuo posto”. Lanciandosi ferocemente su di lei, fece roteare la spada che colpì Elli alla spalla destra. Il dolore lancinante la fece piegare. Si voltò repentinamente e con preciso colpo trapassò la gamba di Kilio. Il sangue ed il sudore impregnavano l’aria carica del potere del lato oscuro che da essi traeva alimento. Kilio sembrò inebriarsi e con ghigno malefico si riportò di fronte a Elli. Con tremenda furia Elli si lanciò contro Kilio. Sperava di coglierlo di sorpresa mentre avanzava verso di lui, ma l’altro vedendola si chinò in avanti evitando il colpo, facendo cadere dietro di sé Elli. Girandosi di scatto vibrò in alto la spada per colpire Elli alla schiena, ma Obi Wan si parò di fronte a lui.

Per un attimo Kilio rimase sorpreso ma continuò il suo attacco. Ora i nemici da sconfiggere erano due. Un bottino troppo appetitoso per essere lasciato andare facilmente.

Obi Wan combatteva come mai fino ad allora aveva fatto. Insieme ad Elli paravano colpo su colpo e non diedero mai modo a Kilio di colpire per primo. Stretto fra la morsa della Forza, Kilio perdeva ad ogni affondo lucidità, finché Elli non gli colpì anche la gamba sinistra ed Obi Wan, approfittando del momentaneo cedimento di lui, lo colpì al collo uccidendolo.

“Ancora osi metterti fra noi Obi Wan” Come dal nulla apparve la sagoma di Lord Sidious. “Ma questa volta non riuscirai a fermarmi”

Dalle sue mani una potente scarica parve materializzarsi creando un vortice d’energia spaventoso. Tutte le pareti cominciarono a sgretolarsi ed una voragine spaventosa si aprì di fronte ad Obi Wan. Elli si parò di fronte a lui e solo allora Obi Wan si accorse che teneva fra le mani un piccolo monile con una pietra incastonata al centro. Era una pietra lilla, a lui sconosciuta. “Vattene Obi Wan, Anakin avrà terminato ormai.” “Non ti lascerò sola” “Non preoccuparti per me, devi affrontare il tuo destino. Io ti sarò sempre accanto” Obi Wan vide che la pietra stava assorbendo la maggior parte dell’energia negativa che scaturiva dal vortice, ma sentiva che Elli si stava indebolendo sempre più. “Elli non puoi restare qui. Sei troppo debole per resistere” “Ti ho detto di andartene. Non ci sarà nulla per noi se ora non ti metti in salvo.”

Anakin sopraggiunse in quel momento. “Maestro!” “Corri Anakin, và all’astronave e preparala”

Elli era concentrata ad assorbire tutta l’energia di quel tremendo vortice che la stava lentamente risucchiando. Obi Wan si sentiva impotente e disperato. Nonostante i suoi sforzi non era riuscito a salvarla. Corse verso l’astronave e lasciò il pianeta insieme al suo padawan.

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La legge marziale era stata abolita. Tutti i sistemi avevano ripreso lentamente a vivere secondo le loro leggi e tradizioni. Ancora una volta i Cavalieri Jedi erano riusciti a riportare equilibrio nella galassia. “Ma a quale prezzo” si domandava Obi Wan.

Yoda mandò a chiamare Obi Wan. “Addolorato per la perdita tu sei, ma la pace ritornata è.” “Lo so Maestro, ma io non mi sento più in grado di continuare. Non posso più farlo.” “Aver perso qualcuno che si ama profondamente ferisce, ma non commettere l’errore che ho fatto io rifiutando la Forza vivente per molto tempo, mio giovane padawan” Lo spirito di Qui Gon Jinn si era materializzato nella sala del consiglio dei Jedi. “Maestro Qui Gon” “Mio caro Obi Wan, sei un grande Cavaliere Jedi e di te sono molto fiero. Non puoi abbandonare ora che abbiamo più bisogno di te. I giorni bui per la Repubblica non sono terminati. Terribili sconvolgimenti ci aspettano e se tu abbandoni il campo ora, il lato oscuro avrà vinto per sempre.” “Al tuo maestro dai ascolto Obi Wan. Ribelle forse lui, ma sempre grande fiducia nella Forza lui ha avuto. Non dimenticare ciò che lui insegnato a te. Sul tuo giovane padawan concentrarti devi. Delicato questo momento. Se ora smetti, preda del lato oscuro lui diverrà.”

Obi Wan camminava lungo il grande portico dove si affacciavano le stanze degli allievi del tempio. “Quanti bei ricordi” pensava Obi Wan “Non come ora che ho il cuore a pezzi” “Maestro! Maestro, hanno portato questo per te”. Anakin si avvicinò ad Obi Wan con una piccola scatola fra le mani.

Obi Wan l’aprì. Un piccolo monile con una pietra lilla era avvolto nella tipica cintura dei Cavalieri. Un messaggio diceva: “Ti amo e sarò sempre al tuo fianco”.

Da qualche parte della galassia, al di fuori delle lotte, al di fuori del tempo lei continuava ad amarlo.